Health Academy: circolare non basta, ci vuole salubrità
Estratto dall’intervento di Leopoldo Busa, architetto e fondatore di Biosafe.
L’attenzione per la salubrità ha iniziato ad essere un fattore di preoccupazione comune soprattutto a seguito della pandemia da Covid-19, ma è un concetto imprescindibile che già da prima interessava gli esperti del settore edilizio.
Come spiega Leopoldo Busa – architetto e fondatore di Biosafe – un rischio e problema frequente è quello di confondere in modo superficiale sostenibilità con salubrità e circolarità. Questi termini non sono sinonimi; devono essere, piuttosto, obiettivi da perseguire in modo complementare e in senso convergente. L’eco sostenibilità è legata alla riciclabilità dei materiali, che evita l’immissione di nuova materia nell’ambiente ed è quantificata nei materiali da costruzione secondo precise percentuali minime. Ma siamo sicuri che un materiale ecosostenibile sia anche biocompatibile? Questa relazione non è scontata. È possibile, infatti, che siano presenti additivi, collanti o conservanti che lo rendono un potenziale fattore di rischio per la salute.
A livello europeo, la normativa da seguire è la Direttiva Vernici (42/2004), che disciplina la quantità massima di sostanze potenzialmente nocive che un materiale verniciante può contenere, espressa in rapporto grammi/litro: questi parametri sono ridotti di un terzo dall’ecoetichetta europea Ecolabel. Anche per quanto riguarda la formaldeide bisogna rispettare specifici standard quantitativi – regolati dal Decreto Ministeriale 1010/2008 –, mirati soprattutto per i prodotti in base legno: la normativa vigente fissa a 124 microgrammi al metro cubo la concentrazione massima tollerabile di formaldeide. Questo dato, però, risulta particolarmente elevato se si considera che il limite tossicologico del materiale, ossia la concentrazione minima sotto la quale l’organismo non ha nessun tipo di reazione è pari a 10 microgrammi al metro cubo, valore estremamente inferiore allo standard proposto dalla normativa. La formaldeide non è legata allo sviluppo di malattie croniche degenerative con un rapporto lineare causa-effetto, ma la sua presenza – peraltro inodore – unita a quella di altre sostanze inquinanti presenti nell’aria, aumenta di molto la probabilità di imbattervisi.
La specificità della tabella dei limiti di concentrazione proposta da Biosafe è il fatto che essa sia dinamica e in continuo aggiornamento, seguendo le rilevazioni di nuove sostanze inquinanti e i metodi che i vari Stati usano per farvi fronte. La certificazione Biosafe, inoltre, valuta la salubrità dell’aria indoor basandosi sul fattore di emissione – che vincola tutti i parametri al metro quadro –, cercando di abbassare il tetto massimo di concentrazione proposto dalla normativa. Biosafe certifica l’involucro, consegnando al cliente un edificio che rispetta i criteri di sostenibilità e salubrità. A quel punto, è compito del singolo mantenere alta l’attenzione in materia anche nelle fasi di vita successive dell’edificio, a partire dalla scelta degli arredi.