Superbonus, comfort e identità culturale
Nella sua versione digitale, Klimahouse Congress 2021, fiera di punta della bioedilizia, ospita progettisti altoatesini, ma anche architetti di fama internazionale, da Gianfranco Minotti a Benedetta Tagliabue.
Cogliere stile e segni dell’architettura contemporanea «per entrare nel mondo dell’arte e parlare un linguaggio spirituale comune a persone e culture anche molto distanti tra loro». L’archistar Benedetta Tagliabue, in collegamento da Barcellona, racconta al pubblico del Klimahouse Congress 2021 un approccio alla progettazione che riparte dall’uomo, o meglio – come ripete con energia ed entusiasmo – dalla donna e dalle storie di tutte le donne che nel campo dell’architettura lavorano. Di quelle figure femminili di spicco che rappresentano culture e si fanno portavoce di canoni estetici, spirituali e, più in generale, umani attraverso le loro esperienze personali e i loro vissuti.
La sedicesima edizione della fiera di punta per la bioedilizia e il costruire ecologico parte dall’attualità dei temi più pratici – con il Superbonus – per arrivare a toccare i cardini dell’architettura stessa. Tramite le voci di professionisti del settore quali Gianfranco Minotti e Mark Pichler si parla di risanamento, di efficientamento e monitoraggio. Per creare una base tecnica su cui impostare un discorso ambizioso, legato all’antropologia dell’architettura. La fondatrice dello studio di progettazione Miralles Tagliabue EMBT riparte dal legno, dall’elemento più naturale della costruzione, e dalla sua flessibilità, per raccontare l’identità della persona e del luogo a cui è legato il progetto. Dalla nuova stazione della metropolitana di Napoli che è in via di costruzione nella zona del centro direzionale – con legno, forme organiche e opere d’arte che replicano la bellezza celebrata dalla cultura antica partenopea –, ai materiali e all’iconografia della chiesa dell’Arginone dedicata a S.Giacomo Apostolo e realizzata a Ferrara in collaborazione con l’artista Enzo Cucchi.
Arte, legno e ruolo della donna in architettura. Benedetta Tagliabue pone sotto una luce diversa tre componenti che nel corso della storia della progettazione hanno vissuto momenti bui, ma che oggi possono fondersi per cambiare il paradigma con cui si progetta. Per tornare a un’edilizia che sia veramente naturale e che esplori tutte le potenzialità dei materiali e l’identità delle diverse culture e persone. Nell’ottica di una progettazione che sia sempre più efficiente, che sappia interpretare i bisogni dell’abitare e veicolare i nuovi parametri del comfort secondo le ultime tecnologie legate alla struttura, alla sua coibentazione e alla sua salubrità interna. Ma che sappia anche stimolare la percezione e la coscienza dell’arte e della storia culturale di ogni popolo.